Bonus Ristrutturazione

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ristrutturazione casa bonus
Bonus Ristrutturazione

Il Bonus Ristrutturazioni è un’iniziativa del governo italiano che premia i proprietari e i locatori che ristrutturano i loro immobili, beneficiando di un aiuto finanziario in caso di interventi di ristrutturazione edilizia. Questo incentivo offre ai proprietari di immobili una serie di benefici finanziari quando effettuano lavori di ristrutturazione ammissibili, come l’aggiornamento dell’isolamento o la sostituzione di porte e finestre. Al termine di questi lavori, per poter richiedere il bonus deve essere rilasciato un certificato energetico (APE). L’APE è una certificazione energetica rilasciata da un professionista qualificato che valuta le prestazioni dell’edificio prima e dopo gli interventi ristrutturativi.

L’importo disponibile attraverso il Bonus ristrutturazioni varia a seconda del tipo di intervento effettuato; la detrazione irpef può coprire spese fino a 96.000 euro. Il bonus copre anche altri costi correlati, come spese legali, perizie e onorari di architetti. Chi è interessato a usufruire di questo incentivo deve sapere che ci sono alcune restrizioni su chi può accedervi: solo chi possiede un immobile in Italia può beneficiare del bonus. Inoltre, ci sono alcuni requisiti specifici che devono essere soddisfatti per poter beneficiare dell’importo massimo disponibile, tra cui il possesso di un APE rilasciato almeno un anno prima dell’inizio delle ristrutturazioni.

Oltre ai vantaggi esistenti, sono state introdotte di recente diverse modifiche che hanno ulteriormente accresciuto il valore di questo sistema di incentivi. Spieghiamo come funziona il Bonus Ristrutturazioni, quali sono i lavori ammissibili e quali sono le novità del bonus.

Che cos’è il bonus ristrutturazione?

Il bonus per le ristrutturazioni è un incentivo governativo disponibile per i proprietari e gli affittuari di immobili che effettuano interventi edili significativi sui loro edifici o nelle loro case. Stiamo parlando di una detrazione del 50% sull’IRPEF per una spesa massima di € 96.000 sostenuta per lavori edilizi, includendo sia di manutenzione straordinaria che ordinaria. Il bonus ristrutturazione corrisponde precisamente ad una detrazione fiscale IRPEF del 50% corrisposto a chi esegue lavori di manutenzione ordinaria e specializzata in condomini o abitazioni monofamiliari, percentuale di detrazione valida fino al 31 dicembre 2024.

I cambiamenti della detrazione fino al bonus ristrutturazione 2022

bonus ristrutturazione 2021
Bonus Ristrutturazione 2021 – i cambiamenti del decreto

Per le spese che danno diritto alla detrazione sugli interventi di ristrutturazione, manutenzione e ricostruzione, inizialmente questo incentivo rappresentava, per il contribuente, una detrazione per le spese di ristrutturazione del 36%. Nel periodo della pandemia da Covid-19, negli anni 2020, 2021 e 2022, alcuni importanti interventi migliorativi apportati dallo Stato (come il Decreto Rilancio) hanno introdotto una proroga al bonus e diverse estensioni che permettono a più persone (e in più circostanze) di usufruire del bonus. Dapprima ci sono state delle maggiorazioni, portando la detrazione fiscale al 50 per cento ed espandendo il margine di spesa coperto dai 48.000 € iniziali fino agli attuali 96.000 €. Altre novità riguardano l’introduzione di un’alternativa alla detrazione, potendo scegliere per la cessione del credito o perlo sconto in fattura. Quando scade il bonus ristrutturazione al 50? Le ultime modifiche in ordine temporale sono da registrare grazie alla legge di Bilancio 2022, che proroga questo incentivo per tutto l’anno 2023 fino ad arrivare al 31 dicembre 2024.

bonus ristrutturazione proroga 2022
bonus ristrutturazione proroga 2022

Come funziona il bonus ristrutturazione: i requisiti di ammissibilità

Il bonus per le ristrutturazioni è un ottimo modo per migliorare la vostra casa o il vostro investimento immobiliare. Fornisce assistenza finanziaria per i lavori edili e i miglioramenti che aumentano il valore dell’immobile. Per poter beneficiare delle detrazioni, dovete essere proprietari dell’immobile, avere un contratto di affitto valido e soddisfare determinati requisiti di reddito. È inoltre necessario utilizzare un appaltatore approvato per tutti i lavori edili, con la prova del pagamento e la verifica del completamento dei lavori. Chi può richiedere il bonus ristrutturazione?

Chi ha diritto bonus ristrutturazioni?

Chi può beneficiare del bonus ristrutturazioni? Nello specifico, ecco i soggetti che possono accedere al bonus:

proprietario
nudo proprietario
titolare di un diritto reale di godimento (uso o usufrutto, abitazione o superficie)
inquilini
comodatari
soci cooperative (indifferentemente se divise e indivise)
soci società semplici
imprenditori individuali (gli immobili non devono essere cateogrizzati come strumentali o merce)

Ovviamente questi soggetti possono richiedere la detrazione (disponibili anche in altre forme) se si possono considerare contribuenti che sono soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, sia che essi siano residenti o meno su suolo italiano.

Anche chi concorre alle spese dei lavori effettuati può godere della detrazione del 50 per cento, a patto che tali condizioni specificate (convienza o comodatario) sussistano al momento dell’invio della comunicazione di inizio lavori. Nello specifico parliamo di:

Altri soggetti concorrenti alle spese dei lavori effettuati che possono godere della detrazione del 50 per cento
familiare convivente del proprietario (o di chi detiene l’immobile oggetto degli interventi:
coniuge
parenti entro il terzo grado
affini entro il secondo grado
componente dell’unione civile
coniuge separato assegnatario dell’immobile che è intestato all’altro coniuge
convivente more uxorio che non è proprietario dell’immobile in oggetto o che non sia titolare di contratto di comodato (spese sostenute a partire dal 1/1/2016).

La detrazine si applica anche a qualsiasi lavoro svolto da promotori immobiliari o imprese di ristrutturazione e cooperative edilizie, che prevedano alla vendita o al trasferimento dell’immobile entro 18 mesi dalla fine dei lavori. È bene specificare però che la detrazione verrà considerata sul un prezzo forfettario: l’acquirente o il beneficiario dell’immobile deve comunque calcolare una detrazione pari al 25% del prezzo di vendita o di trasferimento dell’abitazione (compresa l’Imposta sul Valore Aggiunto). Anche questa detrazione sarà ripartita in 10 rate annuali di pari importo.

bonus ristrutturazione 50 come funziona
Bonus Ristrutturazione 50 come funziona

I lavori ammessi per la detrazione fiscale del 50 %

Quali lavori rientrano nel bonus 50 %? Le detrazioni al 50% rappresentano un ottimo modo per rinnovare la casa senza spendere troppo. Il bonus copre un’ampia gamma di progetti, tra cui la tinteggiatura, la pavimentazione, l’impianto idraulico, i lavori elettrici e altro ancora. Per ottenere il bonus è necessario dimostrare che il lavoro è stato eseguito da un professionista. Vale la pena di verificare se i vostri interventi ristrutturativi sono ammissibili al bonus prima di iniziare qualsiasi progetto: potrebbe farvi risparmiare molto denaro nel lungo periodo!

Per le singole unità immobiliari residenziali (qualsiasi categoria catastale, includendo anche le pertinenze)
manutenzione straordinaria
restauro e risanamento conservativo
ristrutturazione edile
Per le parti comuni degli edifici residenziali (condomini)
manutenzione straordinaria
manutenzione straordinaria
ristrutturazione edile

Se dichiarato lo stato di emergenza (anche in caso che non rientrino nei punti precedenti) è coperta anche la ricostruzione o ripristino della proprietà danneggiata a causa di eventi disastrosi e calamitosi.

Inoltre:

costruzione di autorimesse o posti auto pertinenziali
interventi di rimozione delle barriere architettoniche
lavori che favoriscano mobilità esterna o interna dell’abitazione per persona portatrici di gravi handicap: è incluso qualsiasi intervento di realizzazione di strumenti che supperiscano a questa problematica, sia attraverso la comunicazione, la robotica che ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata
interventi di bonifica dell’amianto
interventi di prevenzione per gli infortuni domestici (rientrano nella categoria anche gli interventi di riparazione di impianti precedentemente realizzati e oramai divenuti insicuri. Sia riparazioni che installazioni di apparecchiature di rilevazione di pericolo rientrano nel bonus ristrutturazione)
interventi finalizzati a limitare o a prevenire il compimento di atti illeciti da parte di terzi (detrazione applicabile solo su interventi di prevenzione effettuati): parliamo di eventi illeciti riferendoci a furto, aggressione, sequestro di persona e ogni reato che comporti la lesione dei diritti giuridici
interventi di cablatura degli edifici
interventi di contenimento dell’inquinamento acustico
interventi per conseguire risparmio energetico
adozione di misure di sicurezza antisismica e statica
sostituzione di gruppi elettrogeni di emergenza con generatori di emergenza a gas di ultima generazione (sostituzione di gruppi preesistenti)

Altre spese detraibili in relazione alla tipologia di lavori effettuati

Cosa rientra nel bonus ristrutturazione? Oltre alla mera realizzazione degli interventi agevolabili, si possono tenere conto di ogni intervento, relativo a lavori edilizi, che può godere della detrazione fiscale del 50 %:

spese di progettazione e per altre prestazioni professionali correlate
spese per le prestazioni professionali richieste dal lavoro
spese sostenutere per la messa in regola degli edifici sia per quanto concerne gli impianti elettrici che per quanto riguarda gli impianti a metano
spese sostenute per l’acquisto di materiali utilizzati
spese sostenute per la relazione di conformità dei lavori
spese per perizie e sopralluoghi
IVA, imposta di bollo e pagamenti di dirirri per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio lavori
spese per l’urbanizzazione
spese eventuali relative agli interventi

Extra agevolazioni per usufruire del bonus

Oltre all’incentivo per le ristrutturazioni del 2022, è possibile beneficiare di un’aliquota IVA ridotta del 10% per i lavori di ristrutturazione edilizia. A seconda del tipo di intervento, la detrazione si applica ai servizi forniti dall’impresa che esegue il lavoro e, in alcuni casi, alla fornitura di beni. Per tutti gli altri lavori edili, l’aliquota IVA del 10% è permanente. Danno diritto alla detrazione prevista anche alcuni interventi come:

fornitura di servizi dipendenti da contratti o appalti di lavori riguardanti l’esecuzione di lavori di riparazione, riqualificazione o ristrutturazione
L’acquisizione di beni, escludendo le materie prime e ai prodotti parzialmente finiti, previsti per l’esecuzione di analoghi interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edile (specificati nell’articolo 3 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edile, autorizzato dal D.P.R. n. 380 del 2001.)
forniture dei beni finiti, cioè incorporati nella costruzione ma mantenenti le loro caratteristiche individuali (come porte, infissi esterni, impianti idraulici, caldaie, ecc.)

Interventi non agevolabili

Cosa non rientra nel bonus ristrutturazione
Cosa non rientra nel bonus ristrutturazione

La detrazione 2022 per le ristrutturazioni si applica esclusivamente alle spese effettuate per eseguire lavori sulle strutture e gli immobili, escludendo le spese sostenute per l’acquisto di apparecchi e strumentazioni, anche se il loro scopo è quello di favorire la comunicazione e il movimento interno ed esterno. Pertanto, dispositivi come telefoni a mani libere, schermi tattili, computer e tastiere espanse sono esclusi dall’incentivo e non rientrano nella categoria di lavori di ristrutturazione dell’immobile.

Questi articoli, tuttavia, rientrano nella classe delle risorse tecniche e informatiche per le quali, a determinate condizioni, è consentita una riduzione dell’imposta sul reddito del 19%.

Per quanto riguarda la sicurezza domestica, il semplice acquisto, anche a scopo di sostituzione, di attrezzature o apparecchi con caratteristiche di protezione non dà diritto alla detrazione.

Inoltre, sebbene venga prevista una copertura per gli interventi finalizzati a limitare o a prevenire il compimento di atti illeciti da parte di terzi, un contratto stipulato con un istituto di vigilanza, non è incluso nella misura.

Detrazione, cessione del credito o sconto in fattura?

sconto in fattura ristrutturazioni
Sconto in Fattura Ristrutturazioni

Gli interventi di riqualificazione edile posso essere agevolati in modalità differenti dalla sola detrazione fiscale in 10 anni: esiste difatti la possibilità di cedere il credito acquisito o di ottenere uno sconto immediato in fattura.

Lo sconto in fattura è un contributo sotto forma di riduzione del prezzo, fino a un importo massimo equivalente al corrispettivo stesso, fornito dai fornitori di servizi, che anticiperanno la spesa e la recupereranno come credito d’imposta di importo pari alla detrazione dovuta. Viene anche prevista la successiva possibilità di cessione di tale credito a terzi, può essere trasferito ad altri soggetti, tra cui banche e altri intermediari finanziari.

La cessione del credito d’imposta è la possibilità di cedere il credito d’imposta accumulato ad altri soggetti, come gli istituti di credito ed altri intermediari finanziari.

In relazione alla modalità di cessione del credito, ci sono state delle modifiche nel corso del tempo che hanno introdotto delle novità, che elenchiamo qui di seguito:

Il Decreto Sostegni Ter ha specificato che, dopo la prima cessione del credito d’imposta, possono essere effettuate due ulteriori cessioni esclusivamente a favore di banche, intermediari finanziari, istituti di credito e imprese di assicurazione.

In base al Decreto Aiuti, le banche e le imprese che fanno parte di un consorzio bancario possono concedere prestiti direttamente ai correntisti esistenti, a condizione che siano clienti professionali. Tuttavia, non è possibile un’ulteriore cessione del credito da parte di questi ultimi.

Il divieto di cessione parziale, già menzionato nel Decreto Rilancio, viene ora reso effettivo. Questa norma implica che i crediti ottenuti con lo sconto in fatture o con la cessione del credito non possono essere frazionati e assegnati dopo la “prima comunicazione all’Agenzia delle Entrate”. Di conseguenza, il Decreto Superbonus 2022 prevede che al credito venga attribuito “un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni”, da utilizzare nelle comunicazioni di bonifico o sconto in fattura originariamente presentate all’Agenzia delle Entrate

Il Decreto Superbonus modifica i tempi di utilizzo dei crediti d’imposta legati a cessioni di credito o sconti in fattura in caso di sequestro penale. L’utilizzo di questi crediti è possibile dopo la conclusione degli effetti del provvedimento di sequestro e con un’estensione temporale equivalente a quella del sequestro, entro lo stesso anno.

Successivamente, la Circolare n. 19 del 2022 illustra l’approccio da adottare quando si opta per la cessione del credito o lo sconto in fattura in relazione a progetti di recupero del patrimonio edilizio incentrati sulla costruzione o sull’acquisizione di garage e relativi posti auto, compresi quelli a proprietà condivisa. A partire dal 1° gennaio 2022, i contribuenti hanno la possibilità di applicare il credito relativo a qualsiasi pagamento in sospeso effettuato nel 2020 o nel 2021, oppure di optare per uno sconto in fatture e di cedere i crediti relativi agli importi pagati a partire dal 2022. Le persone che non hanno ancora acquistato il box possono scegliere di richiedere il credito d’imposta o il rimborso per i pagamenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. A tal fine, è necessario registrare l’acquisto iniziale o il contratto finale entro la data di invio della comunicazione delle opzioni all’Agenzia.

Comunicazione per la Cessione del Credito e per lo Sconto in Fattura

Il 15 novembre 2021, l’Agenzia delle Entrate ha ripristinato il canale di trasmissione della scelta per il bonifico o il rimborso delle fatture, che era stato brevemente sospeso per aggiornare il sistema informatico alle modifiche implementate. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito il funzionamento dei rimborsi e delle cessioni alla luce delle riforme introdotte:

Per tutti quelli segnalati entro il 16 febbraio 2022, i crediti possono essere ceduti una volta a chiunque e due volte solo a organizzazioni qualificate (banche, intermediari finanziari, imprese all’interno di un consorzio bancario e imprese di assicurazione).
Rispetto a quelli segnalati dal 17 febbraio 2022, possono essere accreditati solo due soggetti qualificati.
Per sconti comunicati a partire dal 17 febbraio 2022, le quote possono essere assegnate una volta a chiunque e due volte ai soggetti qualificati.

In relazione alle cessione successive alla prima si stipula:

I crediti possono essere assegnati una volta a qualsiasi persona fisica e due volte a soggetti qualificati, rispetto a quelli dichiarati entro il 16 febbraio 2022
Per quelli comunicati entro il 16 febbraio 2022 e con la cessione a qualsiasi individuo comunicata entro il 17 febbraio 2022, i crediti possono essere assegnati solo due volte ai destinatari qualificati.

La circolare n. 33 del 2022 dell’Agenzia delle Entrate specifica inoltre il comportamento da assumere in caso di ritardi nella comunicazione per esercitare l’opzione desiderata (sconto in fattura o cessione del credito). È possibile inviare la comunicazione dopo la scadenza, cioè il 30 novembre 2022, con il pagamento di una tassa equivalente alla sanzione minima prevista. Se si è sbagliato qualcosa, si può rimediare tramite PEC o, se l’errore è sostanziale, si può sostituire la comunicazione con un’altra entro 5 giorni del mese successivo all’invio iniziale.

Comunicazione ENEA bonus ristrutturazione: è obbligatoria?

Quali lavori di ristrutturazione sono da comunicare All’ENEA? Se gli interventi sono inclusi fra lavori eseguiti per ottenere un risparmio energetico, sarà essenziale trasmettere la notifica ENEA. Si hanno a disposizione 90 giorni di tempo per l’invio della comunicazione ENEA, disponibile tramite modulo scaricabile nel sito istituzionale dove è disponibile anche una guida per ottenere maggiori informazioni sul bonus e sulla comunicazione necessaria.

Decreto Antifrode: gli obblighi introdotti

Il decreto antifrode è stato introdotto per proteggere i cittadini da attività fraudolente e per garantire che tutti ricevano i benefici a cui hanno diritto. Nello specifico interessano questi aspetti:

VISTO DI CONFORMITÀ: Per poter usufruire di una delle due opzioni (cessione del credito o sconto in fattura), è necessaria la comunicazione del professionista che ha autenticato con il visto di conformità e verificato che siano soddisfatti tutti i criteri necessari per il bonus ristrutturazione.

ATTESTAZIONE DI CONGRUITÀ: È stata stabilita una nuova regola che richiede l’attestazione di congruità delle spese rilasciata da un tecnico abilitato che verificherà che i costi massimi ammissibili per ogni tipo di progetto siano stati rispettati durante la realizzazione delle attività. In vista di questo, il Ministero della Transizione Ecologica emetterà un indice dei prezzi specifico o prezziario, che potrà essere utilizzato per fare riferimento alla somma indicata dalle regioni o dalle province autonome. In caso contrario, si potrà fare riferimento alle tariffe di mercato previste in base alla località dell’intervento.

bonifico parlante
Bonifico Parlante

Come pagare bonus ristrutturazioni?

Per inviare i pagamenti dei lavori necessari per ottenere il bonus ristrutturazione, è necessario utilizzare un bonifico bancario o postale parlante, ovvero che dovrà indicare una serie specifica di infomazioni, quali la causale de versamento, il codice fiscale de beneficiario dell’incentivo fiscale e il codice fiscale (o partita IVA) del beneficiario del pagamento. Vengono anche coperti i pagamenti effettuati con finanziamento, sempre ammeso però che la società finanziante paghi tramite un bonifico parlante, indicante cioè tutte le informazioni necessarie; dovrà inoltre conservare la ricevuta del bonifico.

Informazioni necessarie per un bonifico parlante
causale del versamento
codice fiscale del beneficiario della detrazione
codice fiscale (o partita IVA) del beneficiario del pagamento

Come si può chiedere il Bonus Ristrutturazioni?

Un CAF o uno specialista fiscale personale può assistere nella presentazione di una domanda in tre modalità differenti:

in fase di dichiarazione dei redditi, tramite il modello 730 o il modello Unico. L’importo della franchigia deve essere suddiviso in 10 rate annuali di pari valore.
tramite lo sconto immediato in fattura;
tramite la cessione del credito d’imposta a soggetti autorizzati (banche, intermediari finanziari o fornitori).

Come richiedere lo sconto in fattura? Come richiedere la cessione del credito?

Per esercitare l’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura, bisognerà inviare un modulo elettronico all’Agenzia delle Entrate attraverso la procedura disponibile sul sito web alla voce “Comunicazione opzioni per interventi edilizi e Superbonus”. Questa comunicazione deve essere inviata entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state effettuate le spese che danno diritto alla detrazione.

Che documenti servono per il bonus ristrutturazione?

Occorrerà conservare ed esibire, in caso di richiesta degli uffici, tali documenti:

abilitazioni amministrative relative alla tipologia di lavori da realizzare. In caso di mancanza di necessità di tali abilitazioni sarà sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nella quale dovranno essere indicanti la data di inizio lavori nonché l’attestazione che gli interventi di ristrutturazione si possono qualificare come lavori agevolabili
domanda di accatastamento (in caso di immobili non ancora censiti)
se dovuta, ricevute di pagamento IMU
in caso di interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali, la delibera assembleare che deliberi l’approvazione dell’esecuzione dei lavori nonché la tabella millesimale di ripartizione delle spese
in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile e che esso sia una persona differente da un familiare convivente, sarà necessaria la dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori
la comunicazione preventiva che contenga la data di inizio dei lavori, comunicazione da inviare all’ASL (Azienda Sanitaria Locale). La comunicazione (raccomandata A/R) dovrà essere inviata prima di iniziare i lavori, eccezion fatta per i casi in cui le norme sulle condizioni di sicurezza nei cantieri non prevedono obbligo di notifica preliminare presso l’ASL
fatture e ricevute fiscali (in relazione alle spese degli interventi sostenute)
ricevute dei bonifici

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Risorese consulenziali per approfondire l’argomento
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E.N.E.A.Bonus Casa – InfoBonus Casa – Info
E.N.E.A.Guida Rapida Bonus CasaGuida Rapida Bonus Casa – PDF
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